Domenica 11 gennaio, Teatro alla Scala di Milano: il violinista Joshua Bell inaugura il ciclo Prove Aperte

Domenica 11 gennaio, Teatro alla Scala di Milano: il violinista Joshua Bell inaugura il ciclo Prove Aperte - Altre info

Ci proiettiamo già nel nuovo anno, segnalandovi il debutto del violinista Joshua Bell, per la prima volta sul palcoscenico del Teatro alla Scala, con la direzione di Fabio Luisi. Due le tappe in programma: il concerto di lunedì 12 gennaio, il secondo della stagione 2014-2015 al Teatro alla Scala, sarà infatti preceduto, domenica 11 gennaio alle ore 19,30, da una prova aperta a sostegno del non profit che inaugura il ciclo “La Filarmonica della Scala incontra la città”.

Domenica 11 gennaio, Teatro alla Scala di Milano: il violinista Joshua Bell inaugura il ciclo Prove Aperte
Joshua Bell – Foto di Lisa Marie Mazzucco

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Luisi, recentemente nominato direttore stabile della Danish National Orchestra per la stagione 2017-2018, in questa occasione dirigerà un programma in cui spiccano due capolavori assoluti della musica del Novecento: Lontano di György Ligeti e Amériques di Edgar Varèse, compositore di cui ricorre nel 2015 il cinquantesimo anniversario della scomparsa.

Domenica 11 gennaio, Teatro alla Scala di Milano: il violinista Joshua Bell inaugura il ciclo Prove Aperte
Joshua Bell – Foto di Marc Holm

Ad aprire il concerto, il violinista statunitense Joshua Bell, che esordì quattordicenne con Riccardo Muti ed è già stato ospite della Filarmonica durante la tournée in Grecia del 2011 sotto la direzione di Semyon Bychkov. Premio Pulitzer nel 2008 per l’esperimento del Washington Post nella metropolitana di Washington – in cui vestiva i panni di un artista di strada – Joshua Bell, oggi direttore dell’Academy of Saint Martin in the Fields, sale per la prima volta sul palcoscenico del Teatro alla Scala per eseguire il Concerto per violino di Brahms.
Domenica 11 gennaio, Teatro alla Scala di Milano: il violinista Joshua Bell inaugura il ciclo Prove Aperte
Fabio Luisi, Filarmonica: foto di Silvia Lelli

La prova aperta di domenica, introdotta dal giornalista musicale Enrico Parola, offrirà al pubblico l’occasione per assistere a prezzi contenuti e in anteprima alla messa a punto di un grande concerto e al tempo stesso di sostenere le attività di UILDM – Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare (sezione di Milano). In particolare i fondi raccolti serviranno a finanziare il progetto “Compagni di banco”, un servizio di sostegno scolastico pomeridiano per gli studenti soci affetti da problematiche motorie gravi e che non hanno la possibilità di svolgere i compiti a casa.

Il ciclo Prove Aperte proseguirà fino a maggio 2015 con altri tre appuntamenti, uno in favore di HANDICAP…su la testa! (domenica 1 marzo, direttore Myung-Whun Chung), il successivo per iSemprevivi+onlus (sabato 16 maggio, direttore Riccardo Chailly) e l’ultimo per Progetto Itaca Onlus (domenica 24 maggio, direttore Marc Albrecht), organizzazioni milanesi impegnate a vario titolo nell’assistenza, integrazione e promozione sociale di persone con disabilità fisiche o intellettive e nel sostegno ai loro familiari.
Paolo Vanadia
DOVE | QUANDO
Teatro alla Scala, Via Filodrammatici 2, Milano
Prove aperte: domenica 11 gennaio 2015, ore 19,30
Concerto: lunedì 12 gennaio 2015, ore 20,00

COSTI

Prova aperta: prezzi da 5€ a 35€. Per informazioni, prenotazioni e acquisto contattare Aragorn (biglietteria@aragorn.it) allo 02 465.467.467 dal lunedì al venerdì, dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e dalle ore 14.00 alle ore 17.00. 
Concerto: posto unico Platea 105€, palco 85€/65€, I Galleria 25€, II Galleria 15€, ingressi 5€. I biglietti sono in vendita a partire da un mese prima sul sito www.geticket.it. La vendita diretta avrà luogo dal giovedì precedente il concerto presso l’Associazione Orchestra Filarmonica della Scala, Piazza Diaz, 6, dalle ore 10.00 alle ore 17.00 fino ad esaurimento. 

CALENDARIO DI PROVE APERTE
Disponibile in formato pdf qui

PROGRAMMA IN BREVE
Ligeti, Lontano 
Varèse, Amériques (versione 1927) 
Brahms, Concerto in re maggiore per violino e orchestra, op. 77


PROGRAMMA

Lontano
Composto nel 1967, il brano offre un esempio del suo concetto di immobilità e di quell’effetto che il compositore stesso definiva di “coltre sonora”. Come per Atmosphères e i brani coevi, che propongono lo stesso discorso musicale, siamo di fronte ad una grande orchestra senza percussioni. Lontano prosegue il cammino di originalissima invenzione sonora sperimentato da Ligeti in Apparitions, Atmosphères e Lux aeterna con l’impiego della cosiddetta “micropolifonia” e il rinnovato interesse per l’antica forma del Canone.
Eseguito per la prima volta a Donaueschingen, in quello stesso ’67, dall’Orchestra di Baden cui era dedicata insieme al direttore Ernest Bour, è Ligeti, nelle note di programma, ad esprimere l’idea che effonde da questa scrittura musicale così particolare: “dietro la musica c’è un’altra musica, e un’altra dietro ancora, in una prospettiva infinita, come quando ci si riflette in uno specchio doppio”. 
Amériques
Composto negli Stati Uniti tra il 1918 e il 1921, è il primo brano della non fluviale produzione di Varèse che il compositre abbia ritenuto degno di essere conservato (ci resta in verità anche una lirica di Verlaine, “Un grand sommeil noir”) e rappresenta una meditazione sull’infinito orizzonte di possibilità dischiuso dal nuovo continente. La prima versione, presentata da Stokovsky a Philadelphia nel 1926, richiedeva più di 140 esecutori. Il brano, ancora influenzato da Stravinskij e Debussy, è un lavoro di vaste dimensioni, riconducibile alla forma del poema sinfonico, che presenta in forma spettacolare gli elementi di ricerca sul timbro e sulle percussioni che costituiranno il contributo più significativo di Varèse alla musica del secolo scorso. 
Concerto per violino op. 77. 
Brahms, virtuoso di pianoforte, compose il Concerto per violino nell’estate 1878 a Pörtschach, sul Wörtersee, per l’amico violinista Jospeh Joachim, cui sottopose la partitura per avere consigli tecnici. Quando Joachim la eseguì, il 1 gennaio 1879 al Gewandhaus di Lipsia, i critici ne lamentarono il carattere eccessivamente sinfonico (che nei progetti originari di Brahms era accentuato dalla scansione in quattro movimenti: il tema dello Scherzo fu probabilmente utilizzato nel Secondo concerto per pianoforte) e la straordinaria difficoltà tecnica (Von Bülow parlò di “concerto contro il violino”). L’ostracismo durò qualche decennio, ma oggi il concerto si è imposto tra i capolavori del genere, al fianco dei concerti di Beethoven e Čajkovskij.